calendario eventi!

Quante cose abbiamo in cantiere… help, qualcuno ci fermi! 🙂

In ordine cronologico:

  • venerdì 29/4: cena orientale vegan
  • sabato 30/4: conferenza con Paola Di Giambattista + buffet vegan/senza glutine
  • venerdì 6/5: improvvisazione teatrale con gli 8mani + buffet vegan
  • mercoledì 11/5: APERIGAMI aperitivo insolito con lezione di origami 🙂

Vi aspettiamo!!!

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8 marzo

Dato che ci sono arrivate richieste di apertura per martedì 8 marzo, abbiamo deciso di assecondarvi! 🙂 Sarà una serata informale in cui vi proporremo un aperi-cena dove potrete scegliere cosa gustare tra le nostre varie proposte. Unica “imposizione”: il dolce, la torta mimosa, ma ovviamente vegan e SENZA GLUTINE! Il costo della serata è di 15 € con cibarie illimitate, prosecco alle fragole e sangria inclusi! 🙂 La serata non è a tema, non ci saranno spogliarelli o robe trash e sono tutti ben accetti… è un’occasione in più per provare la nostra cucina e conoscerci meglio! A martedì! :-*

8 MARZO

 

Gnocco fritto

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Eccomi di nuovo sul blog! Non è che durante l’assenza abbia proprio oziato, però effettivamente mi sono concessa di andare a letto presto per un po’… Dunque, l’idea era di tornare con una ricetta sana e raw, ma siccome ho postato una foto su Facebook che ha riscosso più successo del previsto, ecco la ricetta! Si tratta di un piatto culto della mia regione: il gnocco fritto –  e sottolineo “IL”, perché in questo caso la licenza poetico-dialettale è d’obbligo (al gnoc frétt in dialetto appunto)! In quel di Parma è conosciuto come torta fritta e verso Bologna come crescentina, ma in tutta la regione spopola alle sagre di paese e in ogni trattoria che si rispetti. Ricetta tanto semplice e gustosa quanto poco sana, ma si sa, ogni tanto bisogna concedersi un’eccezione, soprattutto per dimostrare ai non-veg che tutto è veganizzabile! Di solito nell’impasto ci sono un po’ di strutto e latte e il tutto viene fritto nello strutto (bleah!), ma basta sostituire lo strutto con olio vegetale e il gioco è fatto! 😉
gnocco fritto 2

Ingredienti:

  • 300 g farina “0”
  • 1 cucchiaio margarina autoprodotta con lecitina (oppure ½ bicchiere di latte di soia)
  • 1 cucchiaino di sale
  • acqua frizzante qb
  • olio di semi di girasole

 Procedimento:
mescolare tutti gli ingredienti per ottenere un impasto elastico. Lasciare riposare in frigorifero per mezzora, stendere sottile (circa 2 mm) e ritagliare dei rettangoli o rombi o quadrati – ma potete fare la forma che preferite! Friggere in abbondante olio caldissimo fino a doratura. Scolare e appoggiare su carta assorbente.

 Green-go tips:

  1. potete usare una farina semintegrale, ma il risultato sarà un po’ diverso dall’originale (sicuramente più croccante e anche un po’ più unto, dato che la farina semintegrale assorbe di più i liquidi in generale)
  2. diffidate da chi vi dice di aggiungere lievito: aumenta l’assorbimento dell’olio durante la frittura e comunque non ce n’è bisogno, dato che il mio si è gonfiato alla perfezione!
  3. come faccio la mia margarina? Rispetto al link sopra riportato, io uso 20 g di lecitina, 60 g di olio di semi di girasole e 10 g di olio EVO. Il procedimento resta invariato.

Here I am, back to my blog! I didn’t really goof off during the past days… Actually, I just allowed myself to go to sleep early for a while… Well, the idea was to come back with a healthy and raw recipe, but last Saturday I posted a picture on Facebook that was more successful than expected, so here’s the how-to! This is a cult dish of the area where I live, named gnocco fritto (a sort of deep-fried bread), also known with other names in the surroundings, but everywhere in my region (Emilia Romagna) is a hit of every festival or typical restaurant. Such an easy and tasty likewise unhealthy recipe, but you know, sometimes one should grant him/herself an exception, especially to show all non-veg friends that everything can be turned into a vegan course! The dough usually contains lard and milk and is fried into melted lard (bleah!), however you can just replace lard with sunflower oil and that’s it! 😉

 Ingredients:

  • 300 g all-purpose flour
  • 1 Tbsp home-made (with soy lecithin) margarine (or ½ glass of soy milk)
  • 1 tsp salt
  • sparkling water
  • sunflower oil

Procedure:
mix all ingredients together in order to obtain an elastic dough. Place it in the fridge for half an hour, then roll it out thin (about 2 mm) e cut it into rectangles or squares or whatever shape you like! Deep-fry in hot oil until golden. Drain and place onto blotting paper.

Green-go tips:

  1. you can mix half of the all-purpose flour to the same amount of whole wheat flour,  but the result will be a little bit different fro the original – surely more crispy and probably a bit more greasy since whole wheat flour tends to absorb more liquids than all-purpose flour
  2. don’t trust people who tell you to add yeast: it would just increase the oil absorption during the deep frying. And anyway, there’s no need of yeast since my gnocco fritto perfectly swelled up!
  3. since the link for homemade margarine is in Italian, here’s how I make my vegan butter: simply stir 20 g soy lecithin with 20 g water e place the mixture in the fridge. After 10 minutes, add 60 g sunflower oil + 10 g extra-virgin olive oil and blend together. Place it in your freezer. After 15 minutes, add 4-5 tablespoons of VERY COLD water while blending. READY! It will stay creamy and it’s ready to use!

Parmigiana day!

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Oggi in realtà sono intenta nella preparazione di un dolce, ma siccome ho letto che è il PARMIGIANA DAY, ovvero una giornata in cui tutta la ristorazione (se consapevole dell’evento) inserirà la parmigiana a menù, non potevo non pubblicare qualcosa in merito! È un’iniziativa volta ad esportare la (vera) cucina italiana nel mondo e tutti gli anni si propone un piatto tipico diverso. Coinvolge super chef di tutto il mondo ma come al solito non si pensa a noi vegani. Ok, la parmigiana sarebbe vegetariana, ma perché non renderla completamente cruelty free? Anche per dimostrare che i vegani sono tutto fuorché tradizionalisti! Quindi ecco la mia parmigiana super rivisitata: a qualcuno si drizzeranno i capelli, ma insomma, ogni tanto bisogna pur cambiare! 🙂
parmigiana soft 3

Ingredienti:

  • 1 melanzana scura
  • 1 spicchio aglio
  • 10 pomodori secchi
  • 1 pomodoro
  • 1 cup noci di macadamia
  • 1 cucchiaio lievito alimentare
  • 1 cucchiaio succo di limone
  • sale
  • pepe
  • basilico
  • olio
  • acqua

Procedimento:
prima di tutto, mettete in ammollo le noci di macadamia e, separatamente, i pomodori secchi. Lavate la melanzana e con un pelapatate eliminate un po’ di buccia che conserverete per le decorazioni. Tagliatela a dadini, mescolate con un po’ di sale e lasciate spurgare per almeno un’ora (confesso che l’ho lasciata a riposo tutta la notte!). Trascorsa un’ora, strizzate la melanzana per far uscire l’acqua e asciugatela con carta assorbente eliminando il sale in eccesso. Stufate in padella con un filo d’olio, l’aglio e un goccio d’acqua se necessario. Lasciate cuocere fino a quando sarà tenera. Togliete l’aglio, aggiungete un po’ di basilico (o erbe a piacere), frullate e mettete da parte. Frullate le noci di macadamia con il lievito alimentare, 1 cucchiaio d’olio, 1 pizzico di sale e il succo di limone. Aggiungete qualche cucchiaio d’acqua per ottenere un composto cremoso, un po’ di pepe e mettete da parte. Frullate i pomodori secchi con mezzo pomodoro fresco, un cucchiaio d’olio e mezzo spicchio d’aglio che avevate stufato con le melanzane. Tagliate a dadini il pomodoro che resta e mescolatelo al composto frullato. Friggete le bucce di melanzana e mettete da parte. Infine componete il piatto sovrapponendo uno strato di crema di melanzane, uno di pomodoro e uno di formaggio di macadamia. Decorate con un pizzico di gomasio e le bucce fritte.

PARMIGIANA DAY!
This morning I was actually preparing a dessert when I heard about the Parmigiana Day, a day dedicated to this Italian dish that should be included in the menu of all restaurants (if aware of this event, of course). So, I had to post something about it! This event is aimed to promote real Italian cuisine abroad and each year a different traditional plate is picked to represent it. Major chefs are involved but, as usual, nobody thinks of us, vegans! Well, parmigiana is indeed a vegetarian meal, but why not trying to get it completely cruelty free? This way we can show that vegans are all but traditional people! So, here’s my revisited parmigiana: some people might get crazy, but I think sometimes we need a change! 🙂
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Ingredients:

  • 1 dark eggplant
  • 1 garlic clove
  • 10 sundried tomatoes
  • 1 tomato
  • 1 cup macadamia nuts
  • 1 Tbsp nutritional yeast
  • 1 Tbsp lemon juice
  • salt
  • pepper
  • basil
  • oil
  • water

Procedure:
first of all, soak the macadamia nuts and, separately, the dried tomatoes. Wash the eggpland and peel part of the skin that yo’ll use as decoration. Chop the eggplant, stir with some salt ad let it rest for at least an hour – I admit I let it rest overnight! After an hour, squeeze it to eliminate its water and the salt. Cook the aggplantwith one Tbsp oil and the garlic until tender. Add some water if necessay. Once cooked, take away the garlic, add the basil (or your favorite herbs), blend and put aside.  Blend the macadamia nuts with the lemon juice, the nutritional yeast, a pinch of salt and pepper and some water until you get a smooth cream, then put aside. Blend the dried tomatoes with half of the fresh tomato, one Tbsp oil and half of the garlic previously cooked with the eggplant. Cut to dice the tomato and add it to the tomato sauce. Fry the eggplant skin in some oil and put aside. Now it’s time to compose your dish by overlapping one layer of eggplant mousse, one layer of tomato sauce and macadamia cheese. Top with a pinch of gomasio and the fried eggplant skin.

Zuppa con brodo di zucca

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So che bisognerebbe mangiare la verdura cruda per preservarne tutte le proprietà e digerirla meglio, ma è più forte di me: in inverno adoro le zuppe che non solo riscaldano, ma aiutano anche a liberarvi dagli avanzi di verdure abbandonate che infestano il vostro frigo… Di solito faccio vellutate molto semplici, ma in questo caso mi sono concessa una preparazione leggermente più sofisticata. Cuocendoli separatamente infatti, i vegetali mantengono un gusto più autentico. Inoltre ho aggiunto un riso integrale agli spinaci per dare più sostanza: non è necessario e, se non avete il tempo necessario (o voglia di riso), potete evitare questo passaggio (punto 3). Inutile dire che è senza glutine e che, come tutti i minestroni, il giorno dopo è ancora più buona, ma attenzione: le verdure cotte fermentano e potrebbero causarvi gonfiori, quindi il mio consiglio è di mangiarla subito. Se non amate la zucca, non temete! Il sapore è assolutamente mitigato dall’insieme. L’ho già provata più di una volta in versione nature, ma non vedo l’ora di provarla un po’ più spicy! 😉
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Ingredienti per la zuppa:

  • 1 patata
  • 1 cipolla rossa (grande)
  • 120 g borlotti cotti
  • 1 l brodo vegetale (o acqua + dado vegetale)
  • 1 tazza di zucca
  • rosmarino
  • sale
  • 1 cucchiaio d’olio EVO

Ingredienti per il riso:

  • 1 tazza di riso integrale
  • 3 tazze acqua
  • sale
  • 1 manciata di spinaci
  • 1 scalogno
  • 1 spicchio d’aglio
  • 1 cucchiaio d’olio EVO

Procedimento:

  1. Pelate e tagliate a tocchetti la patata, affettate la cipolla e versate in una pentola con il brodo vegetale. Portate a bollore e lasciate cuocere con coperchio per una decina di minuti. Spegnete la fiamma e lasciate coperto. Aggiungete i borlotti, continuate con gli altri passaggi e poi andate a divertirvi! Al vostro rientro sarà tutto pronto, ma se non avete altri impegni, continuate la cottura sul fuoco per almeno altri 10-15 minuti.
  2. Pelate e tagliate la zucca a fette sottili, spesse al massimo 5 mm. Versatevi un cucchiaio d’olio sulle mani e “massaggiate” la zucca. Mettete in una casseruola antiaderente con un pizzico di sale e un rametto di rosmarino, coprite con coperchio e fate cuocere a fiamma bassa. L’acqua contenuta naturalmente nella zucca uscirà e creerà il vapore necessario per cuocerla, in modo da lasciare solo la polpa più saporita. Girate di tanto in tanto per non farla attaccare al fondo (eventualmente aggiungete un paio di cucchiai d’acqua). Non appena è tenera, eliminate il rosmarino, frullate e tenete da parte.
  3. Mettete una tazza di riso integrale e 3 tazze d’acqua in una pentola, portate a bollore poi abbassate la fiamma, coprite con coperchio e lasciate cuocere per almeno 35 minuti (attenzione: il rapporto riso/acqua e il tempo di cottura dipende dalla qualità del riso. Dopo 35 minuti verificate se l’acqua è stata assorbita e assaggiate. Verso fine cottura, aggiungere un pizzico di sale. Valutate voi se cuocere più a lungo). Lavare gli spinaci e saltarli in padella con l’aglio, lo scalogno tritato, un pizzico di sale e un cucchiaio d’olio. Tritare grossolanamente e mescolare al riso.
  4. Mescolare la purea di zucca alla zuppa e aggiungere un po’ di riso a piacere. Se troppo densa, aggiungere un po’ di brodo vegetale.

VEGETABLE SOUP WITH PUMPKIN BROTH
I know vegetables are healthier when raw rather than cooked, both to preserve their qualities and to better digest them, however I can’t help it: in winter, I love eating soups! Not only they keep you warm, but they help you get rid of all abandoned vegetables haunting your fridge! I usually make very simple soups, however this time I have allowed myself a slightly more sophisticated preparation by cooking the vegetables in separated steps – which keeps more genuine their own flavor. Furthermore, I added whole rice cooked with spinach to the soup to get a very nourishing meal, though it’s not necessary and you can skip this step (point 3) if you don’t have enough time (or you simply don’t feel like eating rice). Needless to say that it’s gluten-free and it tastes better the day after, as every vegetable soup. Be careful though:  cooked vegetables tend to ferment, so they could cause you bellyache and that’s why I suggest you to eat this soup right after you have cooked it. If you’re not really in love with pumpkin, don’t worry! Its flavor is absolutely softened by the whole mixture. I have already tried it plain more than once, however I can’t wait to try it spicy! 😉

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Ingredients for the soup:

  • 1 potato (big)
  • 1 red onion (big)
  • 100 g cooked pinto bean
  • 1 l vegetable broth (or water + vegetable bouillon powder/cube)
  • 1 cup pumpkin
  • rosemary
  • salt
  • 1 Tbsp oil

Ingredients for the rice:

  • 1 cup whole rice
  • 3 cups water
  • salt
  • 1 handful spinach
  • 1 shallot
  • 1 galic clove
  • 1 Tbsp oil

Procedure:

  1. Peel and chop the potato, slice the onion, put in pot with the vegetable broth and bring to boiling point. Cover with a lid and let cook for about 10 minutes. Turn off the fire, add the beans and go ahead with the following steps. Then, go have fun! When you come back, you’ll find your soup ready, but if you don’t have time to waste, then keep on cooking for at least 10-15 minutes more.
  2. Peel and slice the pumpkin – slices shouldn’t be thicker than 5 mm. Pour a tablespoon oil onto your hands and “massage” the pumpkin. Put it in a non-stick saucepan with a pinch of salt and some rosemary, cover and let cook over low flame. The water naturally contained in the pumpkin will get out and create the steam needed to cook it. Once cooked, the pumpkin will taste better than if steam-cooked or boiled. Stir now and then not to get the pumpkin stick to the saucepan (add a couple tablespoons of water if necessary). As soon as it’s soft, take away the rosemary, blend and put aside.
  3. Pour a cup of rice and three cups of water in a pot, bring to boiling point, cover with a lid and cook on low flame for at least 35 minutes (careful: the rice/water rate depends on the kind of rice you’re using. After 35 minutes check if the water is absorbed and if the rice is cooked. When it’s almost ready, add a pinch of salt. Cook longer if needed). Wash the spinach and cook in a pan with garlic, shallot, a pinch of salt and a tablespoon of oil. Roughly chop and mix with rice.
  4. Mix the pumpkin puree to the soup and add some rice to your taste. If it’s too thick, add some vegetable broth.

Serata senza uova & budino di semi di chia

La serata senza uova è sicuramente la più impegnativa di questo mini-ciclo di cucina appena concluso. Un po’ perché le uova sono alla base dei dolci tradizionali e si sa, di dolci vegan ce ne sono a bizzeffe e tutti uno più buono dell’altro… quindi già la scelta di cosa fare e non fare è un dramma. Poi ci sono la maionese, la frittata, le torte salate, le creme… insomma, una goduria per il palato e una sorpresa per chi non pensava fosse possibile. Di solito propongo anche i tortelli con ripieno di porcini, patate e porri per completare l’opera e anche in questo caso non mi sono tirata indietro 🙂 L’ultima sorpresa è stata il budino ai semi di chia, scoperta piuttosto recente anche per me e riproducibile in mille versioni. Le partecipanti alla serata l’hanno guardato con occhio diffidente dicendo che sembrava caviale… è vero, è proprio bruttino! 😀 Ma l’apparenza inganna e tutte sono rimaste stupite dal gusto fresco e abbinabile a tante altre prelibatezze: marmellata, müsli, crema dolce, frutta… E mi raccomando, se non volete sprecare i vostri risparmi, utilizzate i semi di chia a crudo per non perdere tutte le fantastiche proprietà che hanno!
budino chia

Ingredienti:

  • 30 g semi di chia SARCHIO
  • 100 ml latte di avena SARCHIO
  • 150 ml succo d’arancia
  • ½ banana
  •  1 caco maturo
  • cannella o vaniglia
  • dolcificante a scelta (facoltativo)

Procedimento:
frullare la banana con latte d’avena e succo d’arancia. Aggiungere i semi di chia, mescolare bene e lasciare riposare in frigo per mezzora. Frullare il caco con gli aromi che preferite e, nel caso non fosse molto dolce, aggiungete un po’ di sciroppo d’agave o acero o zucchero di canna. Servire il budino di semi di chia ricoperto con la mousse di cachi.

Green-go tips:

  1. visto che la mia crema di cachi era un po’ troppo liquida, ho pensato di riscaldarla e ho notato che prendeva una consistenza diversissima, quindi sconsiglio di farla rapprendere sul fuoco!
  2. la parte liquida può essere sostituita con atro latte vegetale o succo di frutta a scelta.
  3. omettendo la banana, il tempo di riposo aumenta notevolmente – eventualmente, diminuite il liquido, tanto se diventa troppo sodo fate sempre in tempo ad “allungarlo”
    corso no egg

Love Cake & postumi da Halloween

Qualcuno un giorno mi ha detto che una come me non si sarebbe dovuta perdere BAKE OFF Italia. A parte che non ho il televisore in casa e quello che mi interessa lo guardo su internet, sempre ammesso che la connessione sia stabile, di guardare programmi di cucina proprio non ne ho voglia perché quello che viene proposto mi sembra tutto scontato, trito e ritrito. Niente di nuovo e, le poche volte in cui si propone qualcosa di veg, sono sempre i grandi classici ormai noti a noi trucidatori di verdure. Dato che però amo mettermi in discussione, ho deciso di guardarne una puntata in cui veniva chiesto ai concorrenti di fare una LOVE CAKE dedicata alle persone che amano. Ho capito che così su due piedi non sarei mai capace di cucinare niente: le idee mi vengono mentre faccio altro o mentre cucino altro, ma sicuramente non se vengo messa di fronte a una richiesta da realizzare in un tempo limitato. Quindi, tanto di cappello ai partecipanti – anche se resto dell’idea che per forza di cose qualcosa debba essere un po’ preparato, altrimenti vorrebbe dire avere a disposizione una dispensa illimitata… Quella sera sono andata a dormire arrovellandomi su come sarebbe stata la mia love cake, senza successo. Il mattino successivo, mentre guidavo per andare in ufficio, non so come ma è uscita un’idea che ha preso forma unendo la ricorrenza di Halloween (importante solo per la data, non per la festa in sé) e i gusti del fidanzato onnivoro: pandispagna alla zucca, crema all’arancia rossa, copertura di panna montata. Avevo pensato ad un frosting con burro di arachidi in stile USA, ma a lui non piace, quindi idea archiviata. Il pandispagna appena sfornato era ottimo e mi faceva ben sperare. In realtà una volta bagnato e farcito mi ha un po’ delusa, rimanendo un po’ pesante, quindi ho capito che è un’ottima base per altri tipi di dolci o che comunque non va bagnato troppo perché ha già una sua umidità interna. L’onnivoro però l’ha già decretata come una delle sue torte preferite 🙂 ♥ Ah, per la cronaca… mi sono appassionata a Bake Off… siete autorizzati a chiamare l’esorcista!!!
love cake

Ingredienti per il pandispagna:

  • 170 g zucca cotta frullata
  • 70 g margarina autoprodotta / olio di semi di girasole
  • 100 g farina 0
  • 100 g farina semintegrale
  • 1 bustina cremor tartaro
  • 1 pizzico di sale
  • latte vegetale q.b.
  • vaniglia
  • succo d’arancia per bagnare

Ingredienti per la crema:

  • 600 g latte di soia
  • 35 g margarina autoprodotta / olio di semi di girasole
  • 50 g amido di mais
  • 1 bicchiere succo d’arancia rossa
  • 2 cucchiai zucchero di canna

Ingredienti per la copertura:

  • panna vegetale (Professional Crem)
  • granella di nocciole

Procedimento:
preparare il pandispagna mescolando tutti gli ingredienti tranne il succo d’arancia: la consistenza finale non deve essere nè troppo liquida nè troppo soda. L’impasto si deve versare facilmente nello stampo, ma senza colare troppo. Infornare per 25 minuti a 180° in uno stampo di diametro 20 cm. Fare come sempre la prova stecchino per controllare a cottura.
Per la crema mettere a scaldare il latte e nel frattempo lavorare margarina (oppure olio) e amido di mais a cui aggiungerete un po’ del latte riscaldato per ottenere una pastella liscia da aggiungere al restante latte. Mescolare con una frusta continuamente e portare a bollore. Aggiungere lo zucchero e far rapprendere altri 2 minuti. Rispetto alla crema che faccio abitualmente, ho aumentato la dose di amido per ottenere una consistenza più compatta a cui poter aggiungere il succo d’arancia appena la crema è pronta. Mescolare e valutare se continuare a cuocere un po’ per far assorbire meglio il succo. In ogni caso, meglio non cuocere troppo per evitare che il succo d’arancia lasci un retrogusto amaro. Coprire con pellicola e lasciare raffreddare. Appena la torta si raffredda, tagliarla in 3 dischi da bagnare con succo d’arancia e farcire con la crema. Ricoprire con panna montata e rivestire i lati con granella di nocciole.

Green-go tips:

  1. non metto la ricetta della decorazione al cacao perché non ho ottenuto la consistenza adatta per fare i ciuffetti come avrei voluto. 😦 Era un mix tra zucchero a velo, succo d’arancia, panna e cacao. Avendo messo troppo succo d’arancia (mi è proprio scappato), ho provato ad addensare con olio di cocco e burro di cacao, ma evidentemente avevo esagerato con i liquidi. Alla fine il sapore cioccolato/arancia era ottimo, ma la consistenza troppo morbida per essere lavorata
  2. come anticipavo, credo che questo pandispagna non necessiti della bagna e stia benissimo con una farcitura di marmellata
  3. il solito barbatrucco che ripeto sempre: per dare più ariosità al pandispagna, sbriciolatelo e servitelo in bicchierini con alla base le briciole di impasto, sopra crema e frutta/cioccolato/panna o tutto quello che vi viene in mente!
    love cake 3

Corsi c/o Centro Mahatma di RE

Ieri l’altro è stata la seconda serata di cucina tenuta dalla sottoscritta presso il centro olistico Mahatma e, nonostante gli imprevisti, è stata speciale come la prima per tanti motivi… da dove comincio? Innanzitutto la collaborazione con il centro: vedere in concreto la realizzazione di un sogno di Daniele e Silvia che hanno creato il centro è già di per sé una bella emozione – e mi fa ben sperare per la realizzazione dei miei sogni 🙂 Non sto a dilungarmi in descrizioni architettoniche… basta dire che il centro è immerso nel verde, dà un senso di tranquillità e benessere appena si varca la porta e la cucina è molto intima e casalinga. Nessuna cucina industriale tipica di certi corsi dunque, ma più che altro la classica cucina grande da casa di campagna, un porto sicuro. Il secondo e non meno importante motivo di emozione era la collaborazione con Sarchio, noto marchio BIO della nostra zona che molto gentilmente ci ha fornito gran parte del materiale per i corsi. Mi ha lusingato la fiducia che Eleonora dell’Ufficio Marketing ha riposto nelle mie capacità e soprattutto mi sono sentita responsabilizzata nel messaggio da trasmettere. Mi sembra che l’esito sia stato positivo, nonostante io non sia mai pienamente soddisfatta di me ma almeno mi sembra di aver familiarizzato con la cucina rispetto alla settimana scorsa. In onore delle tre serate, nei prossimi giorni posterò tre ricette a tema.
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(nella foto mi sono autocensurata per non spaventarvi… vabbé che Halloween è alle porte, ma non esageriamo!!! Spero nelle prossime… grrr)

Dicevo, serate speciali… un altro motivo è stato avere tra i partecipanti un’amica d’infanzia con cui da piccola abbiamo tragicamente sperimentato le ricette del diario di Barbie e del suo Dolceforno  e con cui fantasticavo di aprire una rosticceria che facesse patate fritte in tutti i modi possibili e immaginabili, da purè fritto a spaghetti di patate fritte – abbiate pietà, alle elementari quello era il mio cibo proibito preferito! Era un mio sogno ricorrente e non so neanche se ai tempi gliene abbia mai parlato, fatto sta che lei adesso ha un forno-pasticceria ben avviato e io mi destreggio tra pentole e fornelli. Non patatine fritte, ma pur sempre cibarie vegetali 😀